Un nuovo capitolo si apre nel mondo del calcio italiano con l’indagine “Benevento-bis”, che vede coinvolti dieci calciatori sotto la lente della Procura Federale della Figc. Questi tesserati, militanti in squadre di Serie A e Serie B, sono accusati di aver scommesso su partite di calcio utilizzando circuiti legali autorizzati dallo Stato, violando le norme federali che vietano categoricamente tali attività.
I Nomi Coinvolti
Tra i nomi di spicco emerge quello di Alessandro Vogliacco, difensore del Parma in prestito dal Genoa, che risulterebbe intestatario di quattro conti di gioco, uno dei quali utilizzato per scommettere su partite di tornei internazionali e del campionato Primavera. Altri calciatori indagati includono Pietro Martino del Cosenza, Giuseppe Di Serio dello Spezia, Marco Sau, ex giocatore della Feralpisalò, e gli ex Benevento Emanuele Agnello e Dejan Vokic.
Le Accuse e le Norme Violate
La Procura contesta ai calciatori la violazione dell’articolo 4 del Codice di Giustizia Sportiva, che richiama ai principi di lealtà, correttezza e probità. Inoltre, viene citata la violazione dell’articolo 24, che vieta espressamente ai tesserati di scommettere su eventi calcistici. Queste norme non prevedono sanzioni fisse, lasciando ampi margini di discrezionalità nella valutazione dei provvedimenti.
Le Prossime Fasi
I calciatori indagati hanno ora 15 giorni per presentare una memoria difensiva o richiedere un’audizione davanti al procuratore federale Giuseppe Chiné. In alternativa, possono optare per un patteggiamento, evitando il rischio di sanzioni più gravi in fase di eventuale deferimento.
Un Caso Emblematico
Questo scandalo si aggiunge a una serie di episodi che hanno scosso il calcio italiano, evidenziando la necessità di un maggiore controllo e di una cultura sportiva improntata alla responsabilità. Nonostante le piattaforme utilizzate fossero legali, il regolamento federale vieta categoricamente qualsiasi attività di betting legata al mondo del calcio ai propri tesserati.
